Si è conclusa da pochi istanti la secolare processione dei Misteri di Trapani. Poco dopo le 14 e 15, il meraviglioso simulacro dell’Addolorata è stato posato a terra dopo l’ultimo colpo di “ciaccula”, e le ultime tristi note delle tipiche marce funebri, i cui suoni sono stati protagonisti durante tutta la Settimana Santa trapanese che, come ben sappiamo, è una full immersion di storiche processioni a ripetere tradizioni secolari, a volte storpiate dal trascorrere del tempo, che rappresentano il fulcro principale degli eventi religiosi cittadini, come se fosse l’inizio di un nuovo anno, o la fine, a seconda dai punti di vista.
L’itinerario di quest’anno, incentrato nel centro storico, ha fatto si che i Sacri Gruppi potessero percorrere strade più raccolte rispetto alla dispersiva via Fardella. Anche se, ed è cosa risaputa, la questione “itinerario” divide sempre la città in due, tra chi vuole assistere il passaggio della processione nelle vie della “città nuova” e chi preferisce invece il centro storico.

Se dovessi cercare un aggettivo per descrivere questa edizione della processione dei misteri, direi che è stata senza dubbio una processione “ventosa”, considerato che il vento di scirocco ha fatto da cornice in maniera dirompente quasi tutta la durata della processione, soprattutto la mattina del sabato.

Ovviamente non sono mancate le brutture e le imperfezioni, soprattutto nella serata del venerdi, quando sul Corso Vittorio Emanuele, si sono create parecchie distanze tra i vari gruppi, che però poi sono state recuperate verso la fine del lungo corteo, quando però alcuni tratti del Corso, si erano svuotati da gente spazientita che ha preferito andare in contro ai gruppi per recuperare tempo.

La “spada di Damocle”, oltre ai risaputi piccoli “dispetti” tra i vari gruppi, è stata senza dubbio(ed è così da un bel po’ di anni) la presenza delle sedi di alcuni ceti lungo la via, dove i singoli gruppi perdono parecchio tempo con delle intere battute con “vutate”, mentre tutto il resto del corteo procede verso il tragitto, creando dei vuoti decisamente evitabili. Purtroppo però, la mia è una critica non risolvibile in quanto ci sono prerogative alle quali nessun addetto ai lavori vuole rinunciare, ma viste dall’occhio dello spettatore, certe cose sicuramente non danno lustro alla processione.

Alcuni gruppi hanno addirittura effettuato queste “battute” davanti le sedi anche nella mattinata del Sabato, facendo una sorta di “bis” rispetto al giorno prima; ad ogni modo il Sabato mattina comunque, si è assistito ad una processione decisamente più composta e compatta, a tal punto da cancellare le brutture viste durante il venerdi. Per cui venerdi si è assistita ad una processione completamente diversa da quella del sabato.

Perfino la fase di uscita dalla chiesa non ha subito particolari ritardi, nonostante le aspettative negative legate all’itinerario che tra una modifica e l’altra, ha dovuto modificare l’assetto logistico e organizzativo del posizionamento delle bande.

Ma il fiore all’occhiello di questa processione rimane sempre la “notte”, quando i Sacri gruppi senza bande e processioni, percorrono la strada del rientro al ritmo dei tamburi; in quel momento la processione assume la sua veste più naturale, in un gioco di luci ed ombre, ma soprattutto di semplicità.

L’alba trapanese ha rivisto percorrere le vie del rientro verso la chiesa con bande e processioni e via via, arrivati in piazza Purgatorio, ogni singolo gruppo è stato annacato per le ultime volte fino a varcare il portone, per essere nuovamente spogliati dagli addobbi argentei e rimanere a “riposare” dentro la chiesa del Purgatorio per un anno, in attesa della prossima processione dei Misteri, che rappresenta sempre il fiore all’occhiello della nostra città.

Appuntamento dunque a venerdi 18 Aprile 2025: il conto alla rovescia per la prossima edizione è appena iniziato.

 

Francesco Genovese