IMG_5603Proseguono nella chiesa del Purgatorio i riti quaresimali delle Scinnute con il terzo appuntamento che vede “protagonisti” i gruppi de “La flagellazione” e “La Coronazione di Spine” curati rispettivamente dal ceto dei muratori e scalpellini e dal ceto dei fornai.

Come da programma, intorno alle 17.30 si esibirà nella piazza antistante la chiesa, la banda musicale “Maestro G. Asaro” di Paceco in attesa dell’arrivo della stazione quaresimale che partirà da San Domenico con il Vescovo Fragnelli e le parrocchie della terza interparrochialità, ovvero SS Salvatore, Sant’Alberto e Maria SS Annunziata, e a seguire sarà concelebrata la Messa; come ormai da tradizione, in occasione della terza Scinnuta, oltre alla banda musicale ci sarà l’esibizione del coro Trapani Mia che intonerà alcuni brani all’interno della chiesa poco prima dell’ultima esibizione della banda in piazza.

I due gruppi saranno disposti davanti l’altare, arricchiti dai colori degli addobbi floreali e dal luccichio degli argenti. Si tratta di due gruppi espressivi dove il senso di sofferenza nel volto del Cristo primeggia su tutto il resto, anche se il gruppo de “La flagellazione” appare decisamente meno bello per via di infelici restauri eseguiti nel 1987 e nel 1998, sopratutto per i toni eccessivamente chiari sui personaggi; basta guardare infatti le foto del gruppo risalenti a prima del 1987 per notare la netta differenza tra passato e presente. Di contro però, la bellezza del gruppo dei “muratori” è arricchita dall’ottocentesca colonna d’argento che da sempre rappresenta il perno principale di questo gruppo.

Il gruppo de “La coronazione di spine” invece, in termini di bellezza espressiva non avrebbe nemmeno bisogno degli argenti poiché la sofferenza del Cristo “ingiurato” e incoronato con le spine, trasmette quel senso di fragilità  e di incapacità di difendersi dagli scherni dei soldati. Ad ogni modo gli argenti del gruppo, alcuni dei quali aggiunti in epoca recente, arricchiscono la bellezza complessiva dell’opera.
12715332_1225904227426952_7011472591336990266_nIn attesa della processione del 25 marzo, i ceti che curano i vari gruppi stanno completando la consueta raccolta delle offerte , tra le solite lamentele da parte degli addetti ai lavori(sopratutto gli appartenenti ai ceti più fiorenti) che manifestano insofferenza economica e difficoltà nel far uscire i propri gruppi: accade così da un bel po’ di anni, in controtendenza alle processioni sempre più pompose che puntualmente ci troviamo ad assistere, dove la semplicità si perde tra addobbi sfarzosi, venti bande e venti processioni,  cosa che non avveniva fino a una ventina d’anni fa quando era normale vedere sfilare uno o più gruppi senza banda. Va sottolineato però che per fortuna esistono dei gruppi(pochi), che riescono a prescindere da tutto, ad andare in processione in modo semplice e dignitoso, pur non avendo una categoria fiorente alle proprie spalle.
Per quanto riguarda i riti “collaterali”, si terrà domenica 28 alle 17.00 presso la chiesa di San Domenico la mostra dal titolo “Lini in mostra“, esposizione dei lini del gruppo Sacro “La deposizione” del ceto dei sarti e tappezzieri, a cui seguirà una rassegna di marce funebri a cura della banda musicale “Città di San Vito Lo Capo”.

img_0604Infine, vorrei complimentarmi con il ceto dei muratori  per la loro discutibilissima iniziativa intrapresa mercoledì scorso in occasione dello spostamento dei due gruppi davanti l’altare per la Scinnuta di oggi. Ciò che è sempre stato un semplicissimo spostamento(che in passato si svolgeva tra l’altro a porte chiuse), si è trasformato in uno strampalato rito basato sul nulla, con tanto di corteo, gonfaloni e tanta, troppa pomposità; per non parlare poi del fatto che l’inutile rito era stato annunciato nei media come “l’antico rito della benedizione delle aste”: benedizione che di fatto non è avvenuta(e aggiungerei anche, grazie a Dio), così come specificato nel comunicato stampa di Padre Rach, rettore della chiesa del Purgatorio. Soltanto “panze e parate” quindi, in difesa(a senso loro) del recupero delle tradizioni(quali?).

Tra l’altro, se proprio dobbiamo essere precisi(visto che questo “antico rito” si è svolto a ridosso di una Scinnuta), quando i Misteri dimoravano nella chiesa di San Michele,  il gruppo de La Flagellazione non effettuava alcuna Scinnuta, ma ne prese parte negli anni 60. Detto questo, potrei continuare a scrivere per ore su questa “baggianeria” decisamente evitabile, ma credo di aver scritto abbastanza già sui social.

Francesco Genovese
(Abbanniatore baggiano)

“Meglio abbanniatori baggiani che inermi spettatori del degrado totale di un qualcosa che ha perso totalmente la propria identità, per colpa di discutibili iniziative che di anno in anno travisano la storia e offuscano la memoria collettiva della gente”