IMG_8238Si è svolta ieri in città la suggestiva processione di San Francesco di Paola patrono della gente di mare, in occasione della quale migliaia di persone si sono riversate per le strade della città. Tutto è andato bene lungo tutto il tragitto, a cominciare dalla seguitissima fase di uscita dall’antica chiesa dedicata al taumaturgo cosentino nella piazza sempre più gremita, tra i “Viva San Francesco di Paola” e le marce allegre intonate magistralmente dalla banda musicale “Città di Paceco” diretta dal maestro Claudio Maltese.

Come da tradizione, la pesante statua realizzata nel 1729 da Giacomo Tartaglio, è stata portata in spalla per il primo tragitto più caratteristico fino ad arrivare nel largo San Pietro dove, come di consueto, la vara è stata posta sul carro a ruote per proseguire il suo itinerario. Non appena il corteo ha raggiunto il varco Torrearsa al porto, è stata gettata una corona di fiori in memoria dei caduti in mare poco dopo la recita della preghiera del marittimo che, a causa dei consueti problemi audio, non ha potuto raggiungere le orecchie delle tante persone riversate sulla banchina. Le sirene delle navi presenti al porto hanno accolto il passaggio del Santo, così come in serata al porto peschereccio in occasione del tradizionale passaggio della statua tra le imbarcazioni durante l’offerta dei ceri votivi, seguita dai brevi fuochi d’artificio poco prima di cominciare il tragitto di ritorno verso la chiesa.

Nel frattempo un fiume di gente ha iniziato a riempire la pizza in attesa dell’entrata festosa della statua che ha raggiunto il largo San Francesco di Paola con un ritardo non indifferente rispetto all’orario previsto. Suggestiva l’entrata in spalla, dopo lo stop dello scorso anno, con la statua che è stata annacata in maniera ordinata, senza particolari problemi come succede solitamente, anche se c’è stato qualche problema di natura tecnica durante l’inserimento delle aste nella vara.

Non sono mancati i fuori programma, come una piccola rissa sotto l’arco Giovanni XXIII subito dopo il passaggio della processione davanti la Cattedrale, rissa che sembrerebbe non fosse legata alla processione, ma che ha creato qualche minuto di subbuglio, con i processionanti distanti parecchi metri dalla banda e dalla statua fermi all’incrocio con via ximenes. Ad ogni modo la situazione è ritornata sotto controllo anche grazie all’intervento delle forze dell’ordine.

Complessivamente è stata una bella processione, a volte un po’ ostaggio della popolarità caratteristica della stessa che la distanzia dalle preghiere e dalla meditazione, anche se è risaputo che la festa di “Santu Patri” in città, rappresenta un qualcosa che va aldilà del solo aspetto religioso, ma che vive radicata dentro l’anima dei trapanesi che ogni anno, due settimane dopo Pasqua, fanno di tutto per poter assistere al passaggio della meravigliosa statua o per poter seguire tutta l’intera processione; una processione per certi versi “sgangherata”, mai ordinata, ma profondamente bella, bella perchè rappresenta una tradizione che per fortuna riesce sempre a conservare una genuinità particolare, degna di incarnare l’anima popolare della città, tra le strade del centro che l’hanno vista nascere e ripetersi di generazione in generazione.

I festeggiamenti legati a San Francesco di Paola si concluderanno mercoledì alle 18 con la tradizionale “acchianata” della statua sull’altare, quando la piazza antistante la chiesa si riempirà nuovamente tra le marce allegre della banda e i “W San Francesco di Paola”.

Nota a margine: Voglio ancora una volta puntualizzare che io racconto i fatti ed esprimo le mie libere considerazioni, anche se c’è chi pensa che io aizzo le persone come mi è stato detto al telefono pochi giorni fa da Mons Filippi durante quella che doveva essere una cordiale intervista per conto del giornale in cui scrivo. Sono rammaricato che nel raccontare una semplice processione che appartiene ai trapanesi senza mai inventarsi nulla, ci si debba imbattere in queste stupide reazioni che vanno in controtendenza con il tanto decantato “dialogo”. Per quanto mi riguarda ho la coscienza pulita perchè non mai avuto altri fini oltre al raccontare alla gente le atmosfere che si colgono durante lo svolgimento e il ripetersi delle nostre tradizioni più care. A me non interessa aizzare le persone, pur se in base alle mie considerazioni dello scorso anno, la gente ha esternato i propri pensieri e le proprie idee. Ben venga il giudizio della gente!

Scrivere sul giornale significa narrare le cose senza preconcetti, fare plausi quando le cose vanno bene e criticare quando le cose vanno male, è molto semplice! Se poi vengono scritte falsità, ci sono le richieste di rettifica ed eventualmente le querele; vorrei ricordare inoltre che i cosidetti custodi delle tradizioni, non possono essere immuni dai giudizi della gente, poichè è a alla gente che bisogna dar conto, sempre! 

Bastava quindi rispondere pacatamente alla mia domanda anzichè offendere il mio lavoro fatto anche con tanta passione, anche perchè come si prevedeva, il Santo è entrato in spalla e tutto è andato bene. Concludo con una domanda: Se durante manifestazioni religiose come la processione di San Francesco di Paola, o la processione dei Misteri accadono dei fatti che poco hanno a che fare con le stesse, la colpa è dei giornalisti? Oppure di chi questi comportamenti li asseconda o li permette?

Francesco Genovese