Si è conclusa da poche ore la processione dei Misteri di Trapani. Alle 14.20 circa, l’Addolorata ha fatto rientro dentro la chiesa del Purgatorio, mettendo un punto a questa edizione che probabilmente non rimarrà agli annali come un’edizione memorabile. La fase di uscita è stata estremamente lenta e probabilmente la più lunga finora: quasi 5 ore per fare uscire tutti i Gruppi. Troppi minuti di raccoglimento, troppe cerimonie e lungaggini varie, al limite dello stucchevole, che oltre a rallentare le fasi di uscita, hanno fin da subito provocato i primi scollamenti lungo il tragitto.

Riguardo la buona riuscita di questa edizione ci sono parecchi pareri discordanti sia da parte degli addetti ai lavori che degli spettatori ai bordi delle strade. Tutto questo perché di fatto non è stata una processione omogenea su tutto il percorso, né tanto meno armoniosa.

Nella fase iniziale del percorso si sono anche creati dei distacchi abbastanza lunghi tra un gruppo e un altro e tutto fino all’altezza del tribunale dove la processione ha iniziato in un certo senso a ricomporsi: proprio quando stava per iniziare la parte più brutta dell’itinerario, ovvero la via Spalti, la via Marino Torre e la via Fardella dove più che ad una processione, sembrava di assistere alla sagra della salsiccia.

È mancata un po’ l’armonia che aveva contraddistinto la processione dello scorso anno. Difatti in certi momenti sembrava di assistere a 20 processioni a se stanti senza nessun comune denominatore.

Per fortuna che intorno alle 2 di notte i Sacri Gruppi hanno iniziato il percorso notturno senza bande e processioni percorrendo le vie del centro storico, ovvero il più consono contesto dove i Misteri di Trapani assumono la loro veste più bella. E quindi tra colpi di “ciaccule” e tamburi, in un gioco di luci ed ombre, la magia del passaggio de Sacri Gruppi ha fatto quasi dimenticare le brutture della prima parte di processione.

La mattina del Sabato Santo si è svolta in maniera quasi tranquilla, con qualche distacco all’inizio del Corso Vittorio che poi si è riassorbito, con le solite intere battute di quasi tutti i gruppi davanti le sedi dei vari ceti che insistono nella parte iniziale del Corso e poi il tratto fino all’incrocio con via Tintori dove c’era molta gente ad assistere al passaggio della processione, soprattutto nella tarda mattinata.

Poi la fase di rientro in piazza Purgatorio, davanti ad un folto numero di persone piazzatesi dietro le transenne; cosa molto positiva rispetto allo scorso anno in cui la piazza era praticamente bandita alla gente. L’entrata dei gruppi nella chiesa, è sempre un momento emozionante, pur avendo perduto la semplicità che la contraddistingueva nel passato.

Il Vescovo poco prima dell’entrata dell’Addolorata ha fatto un discorso profondo e pieno di metafore sul peso delle vare, l’aiuto del signore, l’aiuto tra noi stessi e la diabolicità della menzogna della guerra, complimentandosi per la buona riuscita di questa processione. Al termine del discorso, il simulacro dell’Addolorata è stato portato in spalla dentro la chiesa sulle note della marcia “L’Addolorata” del maestro Anguzza, divenuto ormai un brano che contraddistingue il termine di questa lunga processione che, aldilà delle varie brutture non percepibili dagli addetti ai lavori, continua ad emozionare gli occhi e il cuore della gente.  Viste le potenzialità di questa processione unica al mondo, sarebbe auspicabile un miglioramento necessario per renderla perfetta, non solo agli occhi degli addetti ai lavori, ma agli occhi di tutti: trapanesi, turisti, credenti e non.

Appuntamento dunque al 29 marzo 2024: il conto alla rovescia per la prossima edizione è appena cominciato.

Francesco Genovese